Uria 2 Samuele 11

 

2 Samuele 11:1-17; 12:9; 23:39; 1 Cronache 11:41

Il re aveva infranto la legge dell’Onnipotente: aveva concupito la donna di un altro uomo e gliela aveva rubata. Aveva commesso adulterio con lei. “l’uomo secondo il cuore di Dio” dopo aver peccato Vuole solo raggiungere lo scopo prefisso, non importa il prezzo, se un innocente muore, se altri sono coinvolti nelle sue macchinazioni. Chiama Uria sperando che dorma con la moglie... per coprire il peccato, ricorre all’inganno, mostra falsa generosità per raggiungere scopi malvagi. Il nome Uria significa l’Eterno è la mia luce o Luce di Dio e, nonostante la sua drammatica fine, raffigura i figli di luce, simbolo di quanti vivono e sono disposti anche a morire perché questa luce continui a splendere attorno a loro e per mezzo di loro.

1. PIENO DI FEDE

Uria è un Ittita discendente di Heth, secondo figlio di Canaan. Era un popolo di commercianti, figura dell'attaccamento al denaro, dell'avarizia, del servizio a Mammona, della cupidigia che genera sollecitudini e desideri malsani. Nonostante le sue radici, Uria sposò una donna che apparteneva al popolo del Signore, e per far ciò abbracciò la fede nel vero Dio, con tutte le implicazioni e le responsabilità che ciò comportava. Nonostante le sue origini, è disposto ad un cambiamento radicale, pur di servire una giusta causa. v.11 Efesini 5:8: …eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.

 2. DI GRAN VALORE

Il fatto che il nome di Uria venga incluso nella lista dei valorosi guerrieri al servizio del Re Davide (2 Samuele 23:39; 1 Cronache 11:41;) rivela quale fosse il valore di quest’uomo. Esaminando questo elenco notiamo che si tratta di valorosi guerrieri (2 Samuele 23:8), forti e valorosi (1 Cronache 11:26). Per essere ammesso in un esercito così “prestigioso” doveva eccellere per valore e capacità, fatto che denota una certa disponibilità alla disciplina, all’impegno. Sicuramente Uria avrà sviluppato le sue qualità di combattente in seguito all’esercizio, a costo di sofferenze e rinunce. Davide chiama Uria “hai fatto un lungo viaggio. Perché dunque non sei sceso a casa?” (v.10). Non si preoccupava di Uria, ma che i suoi piani venivano meno. E Uria dice “L’arca, Israele e Giuda stanno sotto le tende, Joab mio signore e i suoi servi si sono accampati in aperta campagna ed io entrerei in casa mia per mangiare, bere e coricarmi con mia moglie?” (v.11). Che lezione, che senso del dovere, che esempio di fedeltà a Dio, al re e al suo popolo! Se alla stragrande maggioranza delle persone dei nostri giorni parole quali disciplina, impegno, rinuncia possono sembrare sorpassate, da relegare quindi nel linguaggio di un tempo antico, il popolo di Dio non può fare a meno di applicarsi alla pratica delle sempre attuali verità dell’insegnamento del Signore Gesù: Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, e la moglie, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo… Così dunque ognuno di voi, che non rinunzia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo (Luca 14:26,27,33) Matteo 5:14: Voi siete la luce del mondo

3. PRONTO ALLA RINUNCIA

Un’altra delle numerose qualità che contraddistinguono Uria è senz’altro la sua incondizionata fedeltà al re Davide, che lo conduce alla totale abnegazione. Pur essendo chiamato a casa continua ad essere un buon soldato, che non si immischia in faccende della vita civile, perché vuole piacere a colui che l’ha arruolato (2 Timoteo 2:4). Uria è infatti disposto a rinunciare alle comodità personali sopportando… le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. (2 Timoteo 2:3). Rinuncia a dormire a casa sua nonostante il lungo viaggio (11:9,10), e si mantiene pronto per la battaglia perché è un soldato in guerra, ed “in tempo di guerra non c’è congedo” (Ecclesiaste 8:8). Non depone mai le sue armi! L’esercito che il Signore approva è composto da ferventi credenti pronti al sacrificio, mai disposti ad arrendersi né a deporre le armi. Davide invita Uria a mangiare e bere, lo fa ubriacare perché dimentichi il dovere e dorma con la moglie. Ma anche ubriaco, Uria si comporta meglio di Davide. Non si reca a casa sua come sperato e va a dormire insieme ai suoi servi (v.13). Davide avrebbe dovuto vergognarsi di fronte ad un tale uomo, la sua coscienza avrebbe dovuto risvegliarsi. Succede anche oggi che, a volte dei pagani si comportino meglio di alcuni credenti. “Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere” (Efesini 6:13).

 4. CORAGGIOSO 

Essendo uno dei capi dell’esercito di Davide, Uria, al pari di Joab, sapeva dove fosse il pericolo maggiore. Ciononostante Uria non si tirò indietro di fronte all’ordine del suo capitano ed espose la sua vita, soccombendo per una causa che lo vede impegnato anche a costo della sua stessa vita.

CONCLUSIONE

Dio stesso sorse in difesa del suo servo, riprendendo pubblicamente Davide per mezzo del profeta, e svelando la sua colpa: “Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai fatto uccidere Uria, l'Ittita, hai preso per te sua moglie e hai ucciso lui con la spada dei figli di Ammon” (2 Samuele 12:9). Nonostante la sua tragica morte, la luce e la testimonianza di Uria continuano a splendere ancora oggi. Il suo nome non viene dimenticato, e continuerà ad essere una luce che splende e si eleva al disopra delle tenebre. Ancora oggi, mentre siamo “bombardati” continuamente da modelli di comportamento che si ispirano alla volgarità, alla immoralità, ad azioni illecite e pericolose, dannose, la Parola di Dio ci propone la figura di Uria, il quale seppe essere all’altezza del suo compito, e che, a distanza di secoli, appare ancora oggi come un modello di comportamento e di fede da imitare.

 



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