L'inno: “Mansion over the Hilltop”, fu scritto da Ira Stanphill, un musicista molto capace.
Si racconta che tutto nacque dal racconto di un predicatore di Dallas (Texas) che si chiamava Gene Martin.
Egli un giorno, mentre predicava, raccontò questa storia:
"Un uomo di notevoli mezzi, sull’orlo della bancarotta, intraprese un viaggio in macchina attraverso una parte rurale del paese.
Qui, una casa particolare attirò la sua attenzione.
Necessitava di ritinteggiatura e riparazioni di ogni genere. Quasi tutte le finestre avevano carta trasparente al posto dei vetri rotti. Parte del tetto e delle tegole mancava.
Si chiese come tale casa fosse ancora in piedi.
Sul davanti, a giocare in cortile, vi era una
ragazza di circa 8 o 9 anni, mal vestita. Il viaggiatore sentì il bisogno di fermarsi a parlare.
Durante la conversazione, le disse quanto fosse dispiaciuto che ella vivesse in un ambiente così povero. La ragazza rispose: “Perché, non hai sentito? Il mio papà ha appena ereditato una fortuna e ci sta costruendo una villa proprio su quella collina. Non so quando sarà pronta, ma non dovrò vivere in questa casa per sempre”.
La storia fu sentita dal Rev. Albert Ott che suggerì a Stanphill di scrivere una canzone sulla dimora che ci attende lassù in cielo e il musicista scrisse subito il testo e lo cantò in quella stessa notte.
Sono soddisfatto di una semplice casetta
quaggiù un po’ d’argento e un po’ d’oro
ma in quella città
dove i riscattati brilleranno
ne voglio una d’oro foderata d’argento.
Coro:
Possiedo una dimora lì sulla collina
in quella terra luminosa dove mai invecchieremo
e un giorno lassù non ci sarà più da vagare
ma cammineremo per strade pure come l’oro
Anche se spesso tentato tormentato e provato
e come il profeta per cuscino ho una pietra
e anche se non trovo qui un’abitazione stabile
so che Lui mi darà una dimora tutta mia.
Coro: Possiedo una dimora…
Non pensare che io sia povero o arido o solitario
non sono scoraggiato sto legato al cielo
non sono che un pellegrino alla ricerca della città
voglio una dimora, un’arpa, ed una corona.
Coro:
Possiedo una dimora…
Son soddisfatto della semplice vita
Mentre qui in terra io servo il Signor
Ma su nel cielo, nella gloria beata,
M'aspetta un luogo di grande splendor.
Coro: Qual gran tesoro al di là dell'azzurro,
In quella terra di vita e virtù;
Sarà gran gioia, canterem la vittoria,
Divin ricchezze godremo lassù.
Qui son tentato, Tormentato e provato,
Non v'è riposo nel mondo quaggiù;
Non troverò mai una casa sicura
Finché in gloria sarò con Gesù.
Coro: Qual gran tesoro al di là dell'azzurro...
Né abbandonato e né povero sono,
Né scoraggiato in questo cammin;
Son pellegrino,
La città sto cercando
Che ognor dimora in fino alla fin.
Coro: Qual gran tesoro al di là dell'azzurro...
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