Testimoni

Giovanni 1:35-51



Tra i temi principali del suo vangelo, Giovanni mette in risalto la testimonianza, introdotta in questo avvenimento della chiamata dei primi discepoli.
Così nasce la fede: è l’accettazione della testimonianza (vv.35,36). Poi la fede diviene più “reale” ed attiva quando ha portato qualcuno al contatto personale con Gesù. Giovanni mostra come gli uomini che credono siano pronti a testimoniare e, per questo, la fede porta la vita.
I primi discepoli furono Andrea, Pietro, Filippo, Natanaele, e probabilmente Giacomo e Giovanni. Davanti alla testimonianza del Battista, l’incredulità dei capi giudei contrasta con la pronta fede di anime semplici ed oneste. Vediamo i diversi tipi di testimonianza:

1. La testimonianza pubblica
Andrea, uno dei due discepoli di Giovanni, ode il battista dichiarare: “ecco l’Agnello di Dio” e di conseguenza segue Gesù. La prima forma di testimonianza è stata quella di persone che hanno parlato in pubblico. La risposta al messaggio della Parola è stata il risvegliarsi della fede nel cuore di quelli che ascoltavano.
Oggi c’è bisogno di uomini che come Giovanni, con coraggio e consacrazione possono levarsi davanti alle folle e dire a proposito di Gesù: “Ecco l’Agnello di Dio... Questo è il figliolo di Dio”.

2. La testimonianza personale ai parenti
Pietro divenne discepolo in seguito alla testimonianza recatagli dal fratello. Questa testimonianza personale recata ai parenti è la forma più difficile di tutte, ma è anche la più fruttuosa.
Il Signore ci aiuti perché v’è bisogno attuale e costante di maggior fedeltà come testimoni nell’ambiente familiare e nel segreto della vita privata.

3. La testimonianza diretta dello Spirito Santo
Filippo divenne un discepolo in risposta ad un appello diretto proveniente da Gesù.
Tanti sono i cristiani che sono divenuti seguaci di Gesù per un appello rivolto direttamente dallo Spirito Santo al loro cuore. La mente di Filippo era stata preparata dalle cose che aveva già udite di Gesù, ma ci fu un appello finale e l’assicurazione che in Gesù egli avrebbe visto la gloria di Dio!
Per alcuni l’atto di decisione si è verificato in un momento in cui erano soli con il Signore.

4. La testimonianza di un amico
Per Natanaele la ricerca fu dapprima suscitata mediante la parola di un amico che testimoniò con profonda convinzione e guidò Natanaele verso la fede con le parole: “Vieni a vedere”.
La sua conversione incoraggia i sinceri e onesti ricercatori della verità. Possiamo volgerci direttamente a Gesù con mente aperta per scoprire da noi stessi che cosa Egli è e fa, incamminandoci sul sentiero dell’esperienza personale, il sentiero ella fede.
Quest’uomo di assoluta sincerità, quando si è accertato che Gesù di Nazaret era il Messia, ha espresso una onesta difficoltà; senza discreditare la città dove abita Gesù, sapendo che non era Nazaret il luogo predetto per la nascita del Messia... Non si fa però condizionare o fermare da questo: viene a Gesù, per rendersi conto personalmente.
La parola del Maestro mostra immediatamente a Natanaele che un divino intuito ha letto i pensieri stessi del suo cuore, allora egli grida in adorazione: “Maestro tu sei il Figliuol di Dio, tu sei il Re d’Israele”.

Conclusione
Le parole di questi primi seguaci evidenziano una sorprendente progressione. Per prima cosa chiamano Gesù “Rabbi”, maestro, indicando, almeno, che essi vogliono essere Suoi discepoli. Quindi dichiarano che Egli è il Messia, ed inoltre che Egli è stato presentato sia dai simboli della “legge” che dagli scritti “dei profeti”. Infine Natanaele dichiara che oltre ad essere il Messia, il “Re d’Israele”, Egli è “Il figlio di Dio”.


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